Diritto: il codice dei robot Nel 1942 Isaac Asimov formulava le «leggi della robotica», tre regole fondamentali per il comportamento dei robot con gli uomini. Ma al più tardi con la diffusione delle vetture autonome, questo codice semplificato non basterà più. Come si svilupperanno le nuove regole di base per la convivenza nel quotidiano?
Le prime regole di comportamento per macchine intelligenti sono state fissate quando il computer non era ancora stato inventato. Il legislatore è stato nel 1942 l'autore di fantascienza Isaac Asimov. I mondi da lui costruiti erano popolati da intelligenze di ogni sorta e anche da robot. Immaginando che in un mondo simile servissero regole di convivenza e cooperazione tra uomini e macchine, Asimov scrisse le sue tre celebri leggi della robotica:
- Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
- Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
- Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
Semplice, oggi forse troppo semplice. Quando le strade si riempiranno di vetture autonome, verranno a crearsi situazioni in cui ogni gesto cagionerà un danno alle persone. Ecco dunque che l'algoritmo avrà bisogno di regole di comportamento (e di guida) e la società avrà bisogno di regole chiare, sia per comportarsi di conseguenza, sia per definire le responsabilità in caso di dubbio.
Gli esperti IT ritengono che lo sviluppo delle vetture autonome sia un'ottima occasione per elaborare nuove regole e norme per l'era digitale. Infatti
- tutto quello che riguarda un'auto è emotivo,
- tutto quello che riguarda un incidente è individuale: ogni persona coinvolta ha un nome, un volto, una storia,
- ogni possibile controversia legale coinvolge multinazionali, che siano Daimler o Google. Questo garantisce un'attenzione maggiore e risulta allettante per le potenziali alte somme dei risarcimenti.
Anche se le soluzioni giuridiche sono spesso state trovate solo nel corso di dibattimenti legali, il numero di casi coinvolti mostra come i nostri codici debbano essere ampliati per comprendere le intelligenze artificiali. Ad esempio con l'introduzione di una «persona digitale» da considerare un soggetto di diritto al pari della «persona giuridica» inventata alla fine del XIX secolo per distinguere le aziende dalle persone.
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